Gli SF-260 del 70° Stormo

di Riccardo Braccini

Nell’estate del 2007 Aermacchi concluse le consegne dell‘SF-260EA all’Aeronautica Militare Italiana. I 30 velivoli da addestramento basico hanno sostituito la vecchia linea volo di SF-260AM. Ho avuto il piacere di assistere a questo lento passaggio di consegne, svolgendo due missioni addestrative nell’arco di poco tempo e potendo quindi apprezzare l’evoluzione tecnologica di questo aereo che da decenni è il perno dell’addestramento non solo dei neo-piloti della Aeronautica Militare ma di tutti i piloti delle FF.AA. italiane.

SF-260AM Cockpit SF-260AM

L’SF-260, progettato dall’Ing. Stelio Frati agli inizi degli anni 60, ha avuto un enorme successo mondiale, tanto da essere uno degli aerei di produzione Italiana più venduto al mondo con 27 forze armate acquirenti per poco meno di 900 esemplari venduti.L’Aeronautica Militare Italiana ha avuto in linea dal 1976 al 2005 la versione AM con la quale ha volato un totale di 230.000 ore ed ha brevettato non meno di 4500 piloti, come dicevamo non solo dell’arma azzurra, in quanto il 70° Stormo ha provveduto e provvede tutt’oggi alla formazione di equipaggi di altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato e di alcuni paesi esteri. La nuova versione EA è stata pensata, progettata e prodotta attorno alle nuove esigenze della nostra Aeronautica Militare. Propulso con il sei cilindri Textron Lycoming AEIO-540-D4A5 da 260 HP (194 kW) con elica bipala, la vera novità dell’SF-260EA si trova nel cockpit:
il sistema di radionavigazione è stato aggiornato con VOR/ILS, ADF, DME, GPS, ADI e HSI, due radio VHF/AM, una UHF/AM, è stata implementato il sistema di condizionamento dell’aria che aggiunto al maggiore spazio a disposizione nell’abitacolo, aumenta il comfort dell’equipaggio. Oltre a questo sono stati aggiornati dei componenti che da meccanici sono diventati elettrici, come ad esempio i trim. Inoltre è stata migliorata l’accessibilità a vari componenti interni, semplificando il lavoro delle squadre manutentive. L’SF-260EA è arrivato in linea volo dell’A.M.I. in un momento in cui è necessario ridurre i costi al minimo per riuscire a rientrare nel budget a disposizione della forza armata.Ecco che le novità avioniche della macchina sono venute in contro alle esigenze economiche, riuscendo in parte a scaricare la linea aviogetti da una parte addestrativa che adesso è possibile svolgere presso il 70° Stormo. Inutile sottolineare che un’ora di volo di un MB-339 ha dei costi decisamente superiori a quelli di un SF-260EA, ed è per questa ragione che il Comando delle Scuole ha cambiato l’iter addestrativo rifasando gli step addestrativi. Le preesistenti 4 fasi addestrative, la prima delle quali si svolgeva a Latina e le successive al 61° Stormo di Lecce Galatina su MB-339, adesso sono state rimodulate in 3 fasi ((basica iniziale, basica avanzata ed avanzata), in modo tale da avere una prima fase nella quale l’allievo prende in mano per la prima volta un aereo, deve imparare elementi basici in poche ore di volo (circa 20) e concludere con il volo solista per poi passare alla seconda fase, ancora su SF-260EA con cui affina la sua familiarizzazione con voli a vista e IFR, possibili con la nuova strumentazione e solo dopo aver superato le 90 ore di volo potrà accedere alla terza fase ed iniziare a lavorare con l’MB-339 del 61° Stormo.

SF-260AM SF-260AM SF-260AM SF-260AM SF-260AM

Durante la nostra visita presso il 70° Stormo, presso l’aeroporto “Enrico Comani” di Latina, abbiamo avuto la possibilità di svolgere una missione addestrativa di navigazione con SF-260EA ed avendo già avuto esperienza con l’SF-260AM ci è stato possibile constatare di persona la maggiore spaziosità del cockpit ma soprattutto la maggiore visibilità generale che nella versione AM era un pò sacrificata. In termini di prestazioni, l’SF-260 era e rimane un ottimo addestratore con spiccate doti acrobatiche ma, a detta degli istruttori, l’SF-260EA è ancora più performante soprattutto nel volo a bassissime velocità in quanto la superfice dei flap è aumentata e quindi la stabilità ne risente positivamente, un fattore che sicuramente facilita gli allievi nei primi approcci per l’atterraggio. Per quanto riguarda il destino dei vecchi SF-260AM, pare che molti privati abbiano già fatto richiesta per acquistare le cellule, tra cui vari appassionati dagli Stati Uniti, dove l’aereo è molto apprezzato anche in ambito civile.

Volare su un SF-260 durante una missione addestrativa che comprende anche figure acrobatiche non è banale a livello fisico. Niente a che vedere con le prestazioni di un aereo a getto, ma quando si tirano diversi G la questione si fa “pesante”. Parte tutto a terra con la vestizione che comprende tuta, paracadute e casco e con il briefing delle emergenze compresa la procedura di abbandono dell’aereo, che non è banale se si pensa che in caso di emergenza e della necessità di lanciarsi, a patto di avere ancora le ali integre, la procedura prevede di aprire il tettuccio, sganciare le cinture, alzarsi, uscire a carponi sull’ala e lasciarsi andare nel vuoto. Tutto questo per evitare impatti con l’impennaggio verticale.

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Appena decollati ci dirigiamo in una zona standard di addestramento che si trova su un bellissimo tratto del litorale laziale tra Sabaudia e San Felice Circeo. Una volta raggiunta la zona, ancora qualche raccomandazione per cercare di incassare al meglio l’accelerazione di gravità e si parte con dei tonneaux e dei loop. La situazione è abbastanza semplice: un corpo non abituato e che quindi non è sollecitato ogni giorno a dei G è più suscettibile in quanto il nostro sistema di equilibrio viene sollecitato tanto che il cervello interpreta questi segnali come se fosse in corso un avvelenamento. Tutto questo, a soggetti più sensibili, può determinare nausea finché non ci si abitua alla nuova situazione. Inutile dire che per un lungo periodo io sono stato uno di questi “soggetti più sensibili”, vuoi anche per il fatto che per portare a termine un servizio fotografico non si sta mai rivolti in avanti, ma sempre di lato o addirittura all’indietro, aumentando le possibilità di avere nausea. Oltre a questo i G hanno un forte impatto sulla circolazione sanguigna determinando formicolii, visioni grigie e periferiche. In tutto questo c’è anche da fare qualche foto buona…un bel impegno. Fatta la parte acrobatica il resto diventa routine, che però permette di fare foto che abbiano dei significati particolari: avevo già pianificato durante il briefing pre-volo una foto che simboleggiasse il passaggio di testimone tra la versione AM e EA, detto fatto, è bellissimo vedere materializzarsi le foto che fino a quel momento avevi solo pensato!!

SF-260EA Selfie da SF-260

 

 

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