di Riccardo Braccini
Continua la rassegna di articoli ed esperienze maturate negli anni scorsi. Materiale troppo prezioso per rimanere in un cassetto. Ecco il report di una delle esercitazioni più importanti che ho seguito.
In ogni depliant turistico potrete leggere che l’Islanda è una terra giovane, ancora in formazione con vulcani, ghiacciai, distese di lava, scogliere, cascate e spazi immensi. Tutte qualità assolutamente reali che, in altra chiave di lettura, significano risorse illimitate del sottosuolo e quindi ricchezza economica e potenziale di sfruttamento elevato, tutte qualità che potrebbero essere appetibili a qualche Stato senza tanti scrupoli. Per questi motivi e per l’impossibilità di avere delle Forze Armate adeguate (l’Islanda conta poco più di 300.000 abitanti – nda), nel 1951 venne siglato un accordo bilaterale con gli Stati Uniti d’America che si impegnarono nella difesa del territorio islandese, di fatto fondando l’Icelandic Defence Force, con base sulla Naval Air Station Keflavik.
In seguito l’esistenza dell’I.D.F. servì da deterrente, in un territorio così strategico, durante la Guerra Fredda, fanno da testimone le decine di foto pubblicate di bombardieri sovietici scortati sui cieli dell’estremo nord Europa da caccia statunitensi. Con l’assestarsi della situazione internazionale nel nord Atlantico e con lo scampato pericolo di una escalation militare tra NATO e Patto di Varsavia, la base di keflavik perse di importanza, finchè gli Stati Uniti decisero di disimpegnarsi dal territorio, cosa che è avvenuta nel 2006 quando la responsabilità della difesa Islandese passò all’intera NATO.
Un impegno che però è immutato nei decenni da parte della NATO, ma sopratutto da parte degli Stati Uniti, è quello di organizzare e partecipare ad una esercitazione congiunta chiamata Northern Viking.
Ormai organizzata su base annuale, la Norther Viking è una esercitazione aeronavale di media grandezza il cui scopo è quello di valutare la prontezza dell’Icelandic Defence Force e della componente NATO chiamata a difendere il territorio.
La NORTHERN VIKING 08 si è svolta nel periodo autunnale sulla base di Keflavik, ormai non più Naval Air Station.
L’evento è stato ospitato dal Governo Islandese che ne ha delegato la pianificazione (OSE) al Comando Americano in Europa (EUCOM) il quale ha attribuito le responsabilità di organizzazione e condotta (OCE) al Comando della 6^ Flotta con sede a Napoli.
L’attività di volo è stata divisa in due finestre giornaliere per tutti i 5 giorni di durata, mentre una ulteriore giornata è stata dedicata al de-briefing di esercitazione, chiamato Hot Wash Up, condotto dalla leadership della Direzione di Esercitazione (DIREX).
Gli spazi aerei interessati erano all’interno dell’ADIZ Islandese, Air Defence Interdiction Zone e sono stati ingaggiati in orari e aree tridimensionali dichiarate in appositi NOTAM, tali orari hanno tenuto conto scrupolosamente delle esigenze dello scalo civile, evitando i periodi di maggior traffico dell’aeroporto Internazionale di Keflavik, solitamente interessato da flussi di traffico molto intensi da e per il continente americano.
Trattandosi di una esercitazione relativamente breve, ogni giorno venivano simulati scenari diversi e non conseguenti come può avvenire per esercitazioni temporalmente più estese come può essere la nostra Spring Flag.
Per questo motivo, ad esempio, le forze navali partecipanti alle attività marittime, erano ormeggiate presso il porto di Reykjavik e si posizionavano di volta in volta per effettuare quanto previsto dagli esercizi relativi allo scenario marittimo giornaliero.
Gli assetti presenti sono stati: per la NATO 2 E-3A Awacs, 3 DA-20 e il CAOC-1 Finderup; l’U.S.A.F. con 4 F-15C del 493FS, 3 KC-135 dei quali due provenienti dal 100ARW di Mildenhall e un terzo proveniente dal 452AMW della March AFB che oltre a partecipare ha dato supporto per il rischiaramento di 6 CF-18 Hornet canadesi del 409TFS di ColdLake; l’U.S.Navy ha partecipato con 1 P-3C; la Royal Norvegian Air Force con 5 F-16MLU del 338FS, 1 P-3C e vari ufficiali dislocati presso i GCI, controllori di volo, componenti dello staff di comando dell’esercitazione; la marina Danese ha partecipato con una fregata e un Lynx imbarcato con capacità S.A.R.;
la Guardia Costiera Islandese con 2 Super Puma, una nave da carico, due vedette, mentre l’Iceland Defence Agency era parte integrante del CRC, la componente di difesa aerea. Infine anche l’Italia ha dato il suo contributo con 4 Ufficiali di Staff e 2 controllori GCI.
L’attività di volo ha avuto inizio con l’esecuzione di alcune missioni addestrative di Difesa Aerea (BFM – Basic Fighting Manouvers) in entrambe le waves giornaliere allo scopo di consentire la familiarizzazione sia degli equipaggi sia dei controllori GCI.
Dal giorno successivo le forze sono state divise, alternativamente, in ruolo “BLUE” e “RED”. Questo allo scopo di garantire l’adeguata interazione tra i partecipanti, mentre i 3 Falcon DA-20 della ditta Cobham Air Service (ex FRA) hanno sempre giocato il ruolo dei “RED”, svolgendo missioni di disturbo radar e radio. I P-3C Orion, operanti da Keflavik in supporto agli eventi marittimi dell’esercitazione sono sempre stati impiegati in ruolo “BLUE”.
Gli scenari prevedevano, alternativamente, operazioni di Contro Aviazione Difensiva allo scopo di garantire la protezione della fregata Danese dagli attacchi dei “RED”, COMAO (COMposite Air Operations) delle forze “BLUE” contro bersagli costieri e protezione di High Value Air Assets (HVAA) simulati dai P3 Orion.
L’attività di volo ha visto l’effettuazione di quasi 300 ore di volo per un totale di circa 140 sortite, con un eccellente rateo del 95% tra sortite pianificate e quelle effettivamente volate. Il lavoro di analisi effettuato è stato particolarmente apprezzato da tutti i partecipanti, ed in particolare dalla direzione dell’esercitazione che ha colto ogni punto dell’esposizione finale per la stesura, nel futuro prossimo, di una “road map” da percorrere per migliorare le prossime edizioni.
E’ molto interessante focalizzare l’attenzione di come può svolgersi un rischieramento del genere per il personale Italiano:
Iniziato una settimana prima con l’arrivo in zona, il personale GCI ha svolto un ciclo di addestramento volto a familiarizzare con le procedure ed i sistemi in uso presso il CRC.
L’attività era coordinata dal responsabile dei programmi di addestramento ed ha interessato, oltre che il personale italiano, anche i due controllori GCI, i due Fighter Allocators ed il Master Controller Norvegese.
Il resto del team italiano ha invece lavorato a stretto contatto con l’Air Component Commander ed i suoi uomini di staff per organizzare al meglio la struttura dell’esercitazione.
Il nostro personale è stato impiegato in posizioni organiche di rilievo sia nell’ambito della struttura direzionale e di controllo (DIREX ed EXCON), sia in posizioni operative presso il CRC.
Il Ten. Col. Lucio VALENTE , impiegato presso il Reparto Operazioni del COFA, ha ricoperto la posizione di Deputy Exercise Director senza particolari difficoltà grazie all’esperienza maturata durante la pianificazione e la conduzione delle varie edizioni della Spring Flag.
Il Maggiore Paolo TREDICI, impiegato presso il 34° GrRAM, ha ricoperto la posizione di Chief Lessons Learned, fungendo quindi da collettore di tutta una serie di informazioni e conseguentemente della loro analisi per una adeguata preparazione dell’Hot Wash Up. Il suo lavoro si è basato sulla documentazione redatta da tutte le unità partecipanti.
Il Cap. Michele NARDELLI, impiegato presso il Reparto Supporto Operativo del COFA ha operato in qualità di Air Ops Watchkeeper (EXCON);
Il Ten. Fabio GIAGNONI, Reparto Operazioni del COFA, ha ricoperto la posizione di Air Intelligence Officer (EXCON;
Il Tenente Giovanni PINTO, Reparto Operazioni del COFA, e il Ten. Antonio BRAMANTE, del 22° GrRAM di Licola, sono stati impiegati in sala operativa come GCI.
L’edizione 2008 dell’esercitazione Northern Viking non solo ha rappresentato un’esperienza unica ed estremamente proficua per il personale dell’Aeronautica Militare Italiana ma i risultati consiglierebbero una continuità partecipando alle prossime edizioni in quanto gli ufficiali hanno riportato a casa una esperienza che certamente aiuterà la futura organizzazione di esercitazioni complesse sul nostro territorio.
Voliamo con il KC-135 Stratotanker
Durante la NV08, ho potuto partecipare ad una missione di rifornimento in volo con KC-135 Stratotanker, un aereo che ha fatto la storia del rifornimento in volo e che ancora per qualche anno continuerà a solcare i cieli di tutto il mondo. Il KC-135R che ha partecipato al rischieramento su Keflavik faceva parte del 100 ARW basato normalmente in Inghilterra presso la RAF Mildenhall.
La prima cosa che colpisce è l’altezza della scaletta per salire a bordo, è tutt’altro che comoda, soprattutto se si ha con se dell’attrezzatura fotografica ingombrante. Una volta a bordo, lo spazio certo non manca e, per essere sincero, il volo con il tanker è abbastanza monotono se si considerano i tempi morti in cui si viaggia verso la zona assegnata di rifornimento e quelli di ritorno.
Tutto cambia quando si entra in zona operazioni. Nel cockpit le comunicazioni con enti di controllo, AWACS, GCI e receivers incalzano, mentre dalla parte opposta dell’aereo, all’interno della coda, lo spettacolo è assicurato: un tappetino assicura un minimo di comfort ma si lavora da sdraiati. Il boomer guida i receivers negli ultimi metri che li separano dall’asta per il rifornimento in volo e “gli ospiti “come me possono stare indifferentemente alla sua sinistra o alla sua destra, anche se quest’ultima posizione personalmente l’ho trovata molto più comoda. Essere ad una manciata di metri, di fronte ad un caccia, sul mare del nord a 24.000ft ha il suo fascino, anzi, provi anche una certa soddisfazione avendo contribuito in prima persona a convincere l’equipaggio a dare una pulita “extra” al vetro del boomer così da poter fare delle foto di una certa qualità…ecco che l’incantesimo si rompe quando, dopo una mezz’ora abbondante di rifornimenti a vari F-16, abbiamo una IFE, una In-Flight Emergency, per fortuna di minore entità, che però inficia il lavoro: una perdita al sistema idraulico proprio sopra la postazione del boomer sta facendo colare olio sulla nostra finestra. La perdinta è di poco conto, ma il lavoro fotografico è da considerare rovinato. Il tempo di capire cosa sta succedendo e nella postazione del boomer arriva la notizia che si sta avvicinando l’AWACS per il rifornimento, operazione inaspettata e quindi molto gradita, ma impossibile da fotografare. La legge di Murphy ha colpito ancora: arriva l’AWACS, la luce è perfetta, l’avvicinamento lento e le nuvole in background sono da cartolina…peccato che tutta questa scena sia infotografabile. Qualche scatto lo faccio ugualmente, magari si può recuperare qualcosa, ma la delusione è tanta.
Finito il rifornimento ormai è ora di tornare, l’atterraggio è senza storia. Saluto e ringrazio tutti, torno in albergo, doccia ed entro nell’unico ristorante che c’è nelle vicinanze. Suona il cellulare, numero sconosciuto, rispondo titubante e dal’altra parte una squillante voce italiana mi dice “Salve, sono il Comandante xxx, ero il capo equipaggio dell’E-3 Awacs, sono appena rientrato a Geilenkirchen, mentre ci rifornivamo ci hanno detto che c’era un italiano a bordo. Immagino abbia fatto delle ottime foto, può inviarmele?”…è stata dura spiegare che si, ero li ad un passo ma che la miglior foto che ho scattato è stata questa: